Le linee guida per la diagnosi A-ADHD prevedono nella prima parte del percorso una valutazione psicologica tramite interviste diagnostiche, reattivi psicologici e osservazioni comportamentali.
In seguito, si procede con la valutazione medico psichiatrica ADHD.
Le Linee Guida dell'ADHD fanno funzione, attraverso indirizzi clinico-organizzativi, di guida per la diagnosi e il trattamento del Disturbo da Deficit dell'Attività e dell'Attenzione in età adulta.
La diagnosi è essenzialmente clinica, esistono marker genetici, biologici, neuro-fisiologici non specifici.
Si tratta di un percorso complesso che prevede la raccolta di informazioni da più fonti oltre all'osservazione diretta.
Sono indispensabili strumenti quali:
- il colloquio clinico, osservazione orientata a rilevare
le aree disfunzionali
- utilizzo di reattivi psicologici quali l'ASRS-V1.1 (Adult
ADHD Self-Report Scale), il DIVA 5 (Diagnostic
Interview for ADHD in adults), il Brown Attention-
Deficit Scales (Brown T.E., Gammon e Barua,
1992, Brown, 1995).
- valutazione neuropsicologica fondamentale per
l'analisi nel follow-up dell'efficacia degli interventi
terapeutici. Nello specifico:
- TMT (Trial Making Test A e B)
- ToL (Torre di Londra)
- WCST (Wisconsin card sorting test)
- WAIS-IV (Wechsler Adult Intelligence Scale-
Fourth Edition)
Secondo le linee guida Nice (Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Diagnosis and Managment of ADHD in Children, Young People and Adults; last modified 2016), "il trattamento farmacologico è il trattamento di prima scelta per gli adulti con ADHD con livelli moderati o severi di compromissione". Le linee guida Nice indicano "nel Metilfenidato il farmaco di prima scelta, Gli interventi psicologici senza l'utilizzo di terapia farmacologica potrebbero essere efficaci per alcuni adulti con disturbo moderato, ma non esistono dati sufficienti per supportare questa raccomandazione. Se il Metilfenidato dovesse essere inefficace o non tollerato dal paziente, si potrebbe ricorrere all'Atomoxetina o alla Dexamfetamina. Se il trattamento farmacologico dovesse causare effetti collaterali, nonostante alcuni benefici, o se non dovesse produrre alcuna risposta positiva, potrebbe essere considerata la CBT come possibile rimedio.